Al microfono:
Pietro Dommarco, giornalista, direttore del periodico Terre di frontiera, Premio Restart Antimafia 2018, Premio Giornalistico Reporter per la Terra 2016, Premio internazionale all’impegno sociale 2015.
Con Giovannipaolo Ferrari, sociologo, esperto di analisi delle politiche pubbliche con particolare attenzione ai temi del lavoro, delle politiche sociali e ambientali.
Ospiti della puntata:
Sabrina Garofalo, Centro di Women’s Studies ”Milly Villa” (Università della Calabria), Sara Manisera, giornalista indipendente e Marco Omizzolo, sociologo e scrittore.
L’Editoriale di Giovannipaolo Ferrari:
Ed è davvero fuori dall’ordinario quello che è successo il 28 marzo scorso quando le autorità portoghesi hanno annunciato che a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, il governo portoghese ha deciso di concedere fino ad almeno il 1° luglio 2020, a tutti gli immigrati in Portogallo con un permesso di soggiorno pendente, gli stessi diritti dei residenti. Il provvedimento è stato applicato anche ai richiedenti asilo.
La ragione per cui il Portogallo ha emanato un provvedimento di questo genere, è stata per garantire ai migranti l’accesso al sistema sanitario e ai servizi pubblici durante la pandemia.
Diciamoci la verità: non avevamo memoria di una politica sociale così lungimirante e di alto profilo morale ed etico, di azioni governative che smuovono davvero le coscienze, da tempo immemore. Un’azione politica da statista, questa si!
«In stato di emergenza, la priorità è la difesa della salute e della sicurezza collettiva. È in questi momenti che diventa ancora più importante garantire i diritti dei più fragili, come nel caso dei migranti. Assicurare l’accesso ai cittadini migranti alla salute, alla sicurezza sociale e alla stabilità occupazionale e abitativa è un dovere di una società solidale in tempo di crisi.»
Con queste parole il ministro dell’interno portoghese, Eduardo Cabrita, si erge alto sopra il lassismo e l’indifferenza della classe dirigente che governa i nostri Paesi.
In un mondo dove ognuno vuol essere “primo”, il gesto compiuto dal Portogallo assume un valore simbolico enorme.
La Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha parlato di una «buona pratica per proteggere le persone vulnerabili e la società in risposta alla pandemia negli Stati del Consiglio d’Europa».
Ma cosa hanno fatto questi Stati del Consiglio d’Europa in materia?
Perché nessuno ha seguito l’esempio del Portogallo?
Anche in tempi di pandemia è ancora troppo impopolare fare qualcosa di concreto per i migranti?
Quando queste donne e questi uomini potranno scrollarsi di dosso, finalmente, le etichette di ultimi della Terra?
Non regolari, lavoratori atipici, clandestini…
Quando saranno liberi dal pretestuoso pregiudizio di chi vuol utilizzarli come arma di distrazione di massa?